L'ansia dei fobici sociali è in gran parte dovuta all’importanza da loro attribuita al sentirsi competenti, inseriti, interessanti, adeguati e al fatto che non tollerino le eventualità opposte.
Ricordi cosa hai provato quando ti sei seduto davanti ai professori, alla prova orale del tuo esame di maturità? E cosa hai sentito la prima volta che hai chiesto a qualcuno un appuntamento? L’ansia sociale è un’emozione funzionale a segnalare un potenziale pericolo. Il naturale bisogno, che tutti più o meno abbiamo, di essere voluti e accettati, ci espone alla paura di essere criticati e rifiutati.
I fobici sociali hanno queste paure in modo molto accentuato. Anzi, si può dire che la loro ansia sia in gran parte dovuta all’importanza che essi attribuiscono al sentirsi competenti, inseriti, interessanti, adeguati e al fatto che non tollerino le eventualità opposte.
Il fobico sociale è insicuro delle proprie competenze, prefigura le critiche che potrebbe ricevere, pianifica i comportamenti perché siano quelli “giusti”, dubita della sicurezza con cui sta parlando e del contenuto del suo discorso e confronta l’immagine che ha di sé, negativa in partenza, con quella ideale del conversatore brillante, spigliato, privo di tensione. Così, la distanza è quasi sempre tanto ampia da fargli credere di avere difetti incorreggibili.
Gli altri gli appaiono migliori perché quando fa confronti coglie solo la loro tranquillità, mentre di sé monitora le insicurezze e l’ansia. Intanto che parla, si domanda: “Come sto andando?”; “Mi sta salendo l’agitazione?”; “Si starà vedendo che sono teso?”; “Cosa stanno pensando di me?”; “Sto dicendo o facendo qualche sciocchezza?”. Tutti questi dubbi rendono le interazioni stressanti, una fatica da far terminare prima possibile.
A causa del modo in cui pensano, delle conclusioni a cui arrivano e di ciò che fanno per dare agli altri la giusta impressione, i fobici sociali finiscono per confermare la cattiva opinione che hanno di se stessi. Non è un caso, infatti, che le loro convinzioni più comuni siano:
La Fobia Sociale non trattata può cronicizzarsi e causare isolamento, difficoltà lavorative o, anche, disoccupazione. Molti fobici sociali lamentano di non avere amici e di sentirsi soli, di essere a tal punto inibiti nei rapporti con l’altro sesso da non riuscire a stabile legami intimi. E spesso si colpevolizzano e si deprimono per queste difficoltà.
L’intensa paura del giudizio e del rifiuto, come è naturale che sia, induce all’evitamento delle circostanze che la scatenano. In effetti, il problema principale di molti fobici sociali non è tanto l’ansia, quanto non riuscire a esporsi a certe situazioni.
Tutti gli evitamenti, anche quelli che a prima vista sembrano efficaci, causano il peggioramento dell’ansia sociale e maggiori difficoltà future.
Non tutti gli evitamenti consistono nel fuggire o nel non esporsi alle situazioni temute. Per evitamento, infatti, si intende ogni azione che abbia l’obiettivo di impedire il verificarsi della circostanza temuta. Nella Fobia Sociale, quindi, sono evitamenti tutti i comportamenti attuati per non essere criticati, esclusi, rifiutati. Molti di essi sono messi in atto durante le esposizioni: un conferenziere che, per paura di sbagliare, impara il discorso a memoria compie un evitamento così come un ragazzo che beve o assume droghe per essere più socievole. Gli esempi potrebbero essere innumerevoli. Nell’elenco che segue ve ne sono alcuni:
Altri comportamenti d’evitamento sono detti ipercompensazioni. Un’ipercompensazione è una sorta di contrattacco: mostrarsi forti per placare la paura di passare per deboli è un esempio. Anche se le ipercompensazioni in apparenza non sembrano evitamenti, in realtà lo sono perché hanno lo scopo di impedire il verificarsi delle proprie paure. Ecco alcuni esempi.
Avvertenza: i comportamenti elencati sono da considerarsi evitamenti e ipercompensazioni solo se hanno lo scopo di prevenire le critiche e il rifiuto. Non lo sono se attuati per altre ragioni.
Gli evitamenti e le ipercompensazioni finiscono per rafforzare l’idea che la situazione temuta sia davvero pericolosa. Possono lenire per un po’ le paure e l’agitazione, ma sono la causa del fatto che l’ansia sociale non passi mai del tutto e, anzi, sul lungo termine peggiori. Un conferenziere che prepara a memoria un discorso, all’inizio può sentirsi più protetto dagli imprevisti ma, così facendo, finisce per confermare a se stesso di non riuscire a cavarsela se non diventando un “disco registrato”. E la paura di essere criticati, presto o tardi, si ripresenterà con pensieri del tipo: “Cosa accadrebbe se avessi un vuoto di memoria improvviso?”, “Come mi giudicherebbero se capissero che sto ripetendo un discorso imparato a memoria?”, “Non avrei bisogno di imparare tutto a memoria se fossi un bravo oratore”.
L'assertività è la capacità di mantenere simmetria nelle relazioni, cioè di esprimere bisogni ed esigenze nel rispetto di sé e degli altri. La persona assertiva sa bene che rimproverarsi o rimproverare non serve a vivere meglio, che lo scopo delle relazioni non dovrebbe essere mostrarsi superiori ma trarne piacere e felicità, che le critiche semplicemente possono essere costruttive e, quindi, utili, o distruttive e, quindi, inutili.
Gli assertivi gestiscono bene l’ansia nei contesti sociali perché sanno che la fragilità e gli errori sono caratteristiche inevitabili degli esseri umani e che un rifiuto, seppur doloroso, non è mai mortale. Questa consapevolezza manca ai fobici sociali che, invece, sembrano sempre preoccupati della loro adeguatezza e di evitare le critiche altrui, con il risultato che apparire inadeguati ed essere rifiutati diventa il loro peggior incubo.
Per i fobici sociali, l’assertività è difficile perché ogni comportamento assertivo è basato sull’essere disponibili alla critica e al rifiuto e richiede di ammetterne il rischio come possibile conseguenza dell’agire libero; l’assertività è innanzitutto un’assunzione di responsabilità verso se stessi.
Di seguito, alcuni esempi di comportamenti assertivi difficili per i fobici sociali.
© Gabriele Calderone, riproduzione riservata.
leggi altro su