Ecco da quali indizi possiamo capire se ci fidiamo del nostro partner e quanto abbiamo bisogno di controllarlo per sentirci tranquilli.
Quello della fiducia è forse il tema più importante quando si parla di relazioni, siano esse amorose o d’amicizia. La fiducia che riusciamo a porre in una relazione, infatti, è un ottimo “termometro” della qualità della relazione stessa.
Di solito ciascuno di noi mostra sia lati di fiducia sia di sfiducia: è raro incontrare qualcuno completamente sfiduciato, così come lo è altrettanto incontrare qualcuno che si fida ciecamente di tutto e tutti. Il fatto che, in misura minore o maggiore, una certa quantità di sfiducia sia sempre presente porta a considerarla, per così dire, un tratto caratteristico dell’Essere Umano. Perché tendiamo di natura a diffidare degli altri? Non si deve scordare che, come le altre creature viventi, anche noi siamo il frutto di una lunga e lenta evoluzione e che tutti i comportamenti hanno, in qualche modo, una funzione. Una moderata sfiducia nei rapporti con gli altri ha funzione protettiva; in altri termini, si sospetta per non essere colti alla sprovvista o almeno per essere preparati a reagire.
La paura è forse il sentimento che più ci accomuna a tutte le altre specie viventi, soprattutto ad alcuni mammiferi. L’incessante guardarsi qua e là di una preda in un bosco assomiglia moltissimo al nostro guardarci intorno quando ci destiamo di soprassalto per un rumore. L’animale lo fa per scovare possibili pericoli, noi anche.
Noi esseri umani, in particolare, tendiamo a sviluppare paure nei confronti di una grande varietà di cose e situazioni. La lista delle fobie, per esempio, è quasi infinita. Ciò che in assoluto ci spaventa di più, però, non ha a che fare con animali repellenti o situazioni pericolose. Più probabilmente, invece, è essere feriti, traditi o umiliati. Da questa paura tentiamo di difenderci, appunto, non fidandoci.
Le persone che non si fidano degli altri sono convinte, in misura minore o maggiore, che gli altri siano mentitori, ingannatori o approfittatori e che si comportino così per ferire e trarre godimento dal recare danno, oppure per semplice egoismo o indifferenza. Pensano che gli altri non possano avere intenzioni oneste, essere sinceri e curarsi dei sentimenti e bisogni altrui. Le persone sfiduciate hanno l’intima convinzione che le relazioni siano qualcosa che le porterà a essere tradite e ingannate e che, perciò, se ne debba diffidare. Ovviamente, questa è una definizione estrema; nella maggior parte dei casi, infatti, la sfiducia nel prossimo non si manifesta in forme tanto radicali.
Probabilmente, l’ambito di maggiore interesse su cui discutere di fiducia è quello delle relazioni amorose. La presenza di particolari convinzioni, dubbi e comportamenti può essere considerata per valutare la quantità di sfiducia sottostante.
Alcune convinzioni che nascondono sfiducia sono:
Alcuni dubbi che le persone poco fiduciose si pongono sul partner sono:
Alcuni esempi di comportamenti di sfiducia sono:
Fin qui abbiamo definito la sfiducia come la tendenza a essere ipervigili nei confronti di segnali di pericolo, allo scopo di proteggerci dalle nostre maggiori paure: essere ingannati, traditi e abbandonati. La funzione protettiva e adattiva della sfiducia la rende difficile da combattere, anche qualora si arrivi ad accorgersi che essa produce più danni che benefici. E, in effetti, i concetti di fiducia o sfiducia non dovrebbero mai essere considerati “in assoluto”, ma sempre “in relativo”. Dire che delle persone ci si debba o non ci si debba fidare, infatti, non significa granché. Anzi, rischiano di essere entrambe affermazioni false essendo generalizzazioni. Più realisticamente, la fiducia dovrebbe dipendere da caso a caso. Di alcune persone è bene non fidarsi, e sarebbe autolesionistico fare il contrario. Di altre, invece, sarebbe bene fidarsi e non farlo sarebbe un atto altrettanto controproducente, perché priverebbe della possibilità di godere di una relazione davvero intima e appagante. La sfiducia applicata senza distinzioni a tutto il genere umano rischia di produrre solitudine ed esclusione e di perdere, oltre tutto, la sua pur naturale e giusta funzione protettiva.
© Gabriele Calderone, riproduzione riservata.
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