L’Ipocondria è la convinzione di avere, o di stare per sviluppare, una grave malattia ed è causata dalle tre paure più profonde: ammalarsi, soffrire e morire.
La parola ipocondria è di origine greca e significa “sotto la cartilagine”. Galeno, medico dell'Antica Roma che visse fra il 129 e il 216 d.C., era convinto che i disturbi emozionali fossero causati da disfunzioni degli organi addominali; da qui il termine ipocondria che, sebbene in tutt’altra accezione, è utilizzato ancora oggi.
Conosci qualcuno che ha costanti preoccupazioni sulla salute? Magari è un tuo amico che non vuole sentir parlare di malattie e cerca subito di svicolare l’argomento. Oppure è un tuo parente che si rivolge al medico quando, di punto in bianco, si convince di avere una cardiopatia o un tumore non diagnosticato. Queste persone potrebbero essere ipocondriache.
Se sei ipocondriaco, sei spesso preoccupato di ammalarti. L’ansia potrebbe accompagnarti in modo più o meno costante per giorni, settimane o mesi, oppure sopraggiungere quando senti un dolore fisico, vedi un servizio giornalistico alla tv, leggi una notizia su di una patologia, ti giunge voce di qualcuno che si è ammalato o è morto all’improvviso.
L’Ipocondria è la convinzione di avere, o di stare per sviluppare, una grave malattia. Alla base di questo disturbo vi sono le tre paure più profonde in assoluto: ammalarsi, soffrire e morire. In particolare, ciò che gli ipocondriaci temono di più sono:
Quasi tutti gli ipocondriaci concentrano le loro preoccupazioni su una di queste condizioni mediche e ciò accade, anche, per via della loro pessima fama. Alcune, come per esempio le sindromi neurodegenerative, hanno un decorso cronico e irreversibile che porta alla progressiva non autosufficienza e a un costante bisogno di cure. Altre, come quelle oncologiche, prevedono trattamenti invasivi e dall’esito incerto. Altre ancora, per esempio l’infarto cardiaco, sono fulminee e in sostanza imprevedibili.
Ciascuna patologia si accompagna a peculiari preoccupazioni ipocondriache. Se temi quelle cardiovascolari o cerebrovascolari, forse hai una o più delle seguenti convinzioni:
Se la tua ipocondria si concentra sulle patologie oncologiche, invece, forse hai una o più di queste preoccupazioni:
Infine, se sei ipocondriaco per le patologie neurodegenerative, forse hai una o più di queste preoccupazioni:
Il DSM 5, il manuale edito dall’American Psychiatric Association, elenca 6 criteri per la diagnosi di Ipocondria, il cui nome tecnico è Ansia Connessa allo Stato di Salute. In particolare, se sei ipocondriaco:
1 Hai intense e durevoli preoccupazioni di avere una grave malattia o di poterla sviluppare. Puoi pensare di soffrire di una patologia ancora asintomatica, oppure di avere già sintomi inequivocabili. Magari hai un cardiopalmo o il formicolio alle braccia e sei convinto che siano le avvisaglie di un infarto, oppure senti stanchezza e sei certo che sia il primo segno di un cancro.
Se ti sei sottoposto ad accertamenti medici che hanno dato esito negativo, forse credi che ci sia stato un errore, che il dottore abbia sottovalutato la tua condizione o che non sia abbastanza esperto. Se inizialmente il suo parere ti ha calmato, in seguito la paura può essere tornata e avere neutralizzato gli effetti delle rassicurazioni.
2 I sintomi della malattia di cui sei preoccupato non ci sono oppure non hanno una rilevanza sufficiente da giustificare una diagnosi. Forse temi di avere un tumore ma che esso non sia ancora progredito abbastanza da manifestarsi o che possa venirti un infarto senza poter fare nulla per impedirlo. Oppure potresti avere qualche sintomo ma sopravvalutarlo. Per esempio, scambiare un vago senso di oppressione al petto per un imminente infarto, la confusione mentale per un ictus o gli spasmi muscolari per l’inizio di una malattia neurodegenerativa, come la SLA.
Potresti avere parenti stretti, per esempio i genitori, i nonni o un fratello che hanno sofferto della stessa malattia e temere a causa della famigliarità genetica.
3 Hai forte ansia riguardo una o più malattie e ti preoccupi con facilità del tuo stato di salute. L’ansia potrebbe esserti causata, più che da precisi sintomi fisici, dall’idea di poter avere una malattia, di soffrire e morire, e assalirti quando leggi notizie sulla salute o vieni a sapere di qualcuno che si è ammalato o è morto all’improvviso. La paura della malattia potrebbe essere invasiva e occuparti la maggior parte delle giornate, influenzando le attività quotidiane. Magari sei demotivato a vedere gli amici, non riesci a lavorare o, se sei uno studente, a concentrarti nello studio.
4 Gestisci il timore di avere una malattia con comportamenti maladattivi, controllando di continuo il corpo alla ricerca di sintomi, sottoponendoti a ripetuti esami approfonditi e a visite specialistiche. Per esempio, se sei preoccupato di avere un tumore alla gola, ti rivolgi a diversi otorini e passi molto tempo allo specchio esaminandola, se temi un infarto fai ripetuti elettrocardiogrammi e presti attenzione alla regolarità e alla frequenza del cuore, tastandoti il polso o il collo. Forse visiti il web in cerca di informazioni e di resoconti di ex pazienti, partecipi a forum sull’argomento, contatti online o di persona specialisti e chiedi continue rassicurazioni ad amici e parenti.
Oppure, al contrario, cerchi di non pensarci, di evitare informazioni o discussioni relative alla malattia e alla salute e ti rifiuti di sottoporti a qualsiasi esame, stando lontano dai dottori con ogni mezzo.
5 La paura di avere una malattia o di poterla sviluppare va avanti da almeno 6 mesi. La preoccupazione potrebbe essere costante oppure forte in alcuni momenti, quando sei sotto stress e minore in altri, quando sei occupato nello studio, nel lavoro o dopo che un accertamento ha dato esito negativo.
Potrebbe anche darsi che negli ultimi 6 mesi si siano alternati periodi in cui eri preoccupato per una malattia ad altri in cui temevi di averne più d’una. Per esempio, essere talmente agitato per l’eventualità di avere un tumore da cominciare a pensare di rischiare un ictus.
6 La preoccupazione di avere o di poter sviluppare una malattia non è dovuta a un altro disturbo psicologico, per esempio al Disturbo di Panico, al Disturbo d’Ansia Generalizzato e al Disturbo Ossessivo-Compulsivo.
Altre condizioni psicopatologiche, oltre l’Ipocondria, si manifestano con l’apprensione riguardo alla salute. Nel Disturbo di Panico, per esempio, sono frequenti i timori di infarti e ictus, nel Disturbo d’ansia Generalizzato le preoccupazioni mediche si alternano a quelle di natura economica o lavorativa. Nel Disturbo Ossessivo Compulsivo possono esservi pensieri ricorrenti sul rischio di contrarre malattie per contagio. Se vuoi essere certo che la tua ansia sia dovuta all’Ipocondria e non ad altri disturbi, rivolgiti al tuo medico di base, allo psichiatra o allo psicoterapeuta.
Gli ipocondriaci non sono tutti uguali. Alcuni di loro passano il tempo su internet a cercare informazioni, a consultare forum, a chiedere consulenze e a sottoporsi a visite specialistiche. Altri, al contrario, evitano in ogni modo di parlare delle loro preoccupazioni e persino di ascoltare altri parlarne, stanno alla larga dagli ospedali e dai dottori, si rifiutano di sottoporsi agli accertamenti e agli esami, perfino a quelli di routine come le analisi del sangue. Se hanno un sintomo, cercano di non pensarci e di fare finta di niente, pur essendo sempre certi che esso sia la prova di una grave malattia.
In gergo psicologico, si dice che il primo tipo di paziente ipercompensa e che il secondo evita. Sebbene le due strategie siano una l’opposto dell’altra, però, in realtà il fine è il medesimo: calmare l’ansia dovuta al pensiero di avere una malattia. Ma, purtroppo, i risultati non sono quelli sperati né in un caso, né nell’altro.
Gli ipocondriaci che fanno continue visite placano le loro paure sul momento, ma poi i dubbi tornano a tormentarli. Già a distanza di qualche giorno o settimana cominciano a pensare che il dottore non abbia fatto tutti gli accertamenti dovuti, che non sia abbastanza competente o esperto o, anche, che la malattia sia comparsa dopo la visita. La rassicurazione, di conseguenza, ha efficacia limitata. E con il ripetersi dei controlli, dura sempre meno.
Gli ipocondriaci che evitano i dottori, gli ospedali e perfino i loro stessi pensieri riescono a distrarsi per un po’ ma la loro idea di essere malati è così radicata che, prima o poi, torna. Questo tipo di paziente, nei momenti peggiori, passa le giornate nel terrore: “Se mi sottoponessi a un esame in questo momento, di sicuro salterebbe fuori qualcosa di grave”; “Sto morendo e non so nemmeno quando tempo mi resta”; “Forse è possibile fare qualcosa per quello che ho, ma la paura di sapere è troppo grande”.
© Gabriele Calderone, riproduzione riservata.
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