In alcuni giochi il caso è assoluto protagonista mentre in altri il suo ruolo è marginale. In base al diverso peso della fortuna si possono distinguere 3 tipi di giochi.
Tutti i giochi d’azzardo presuppongono una sorta di “scommessa”. Nel poker, per esempio, punti denaro sulle tue carte augurandoti che siano migliori di quelle degli avversari. Quando giochi un ambo, un terno o qualsiasi altra combinazione su una ruota del lotto, lo fai confidando che proprio quei numeri saranno estratti, su quella ruota. Anche acquistando un Gratta & Vinci fai una scommessa: che sotto lo strato argentato del biglietto si nascondano i simboli vincenti.
Nella maggior parte dei casi, quando giochi d’azzardo non lo fai contro altri giocatori ma contro il banco. Nel Gratta & Vinci, per esempio, anche se la speranza è di essere più fortunato di chi ti ha preceduto, lo scambio di denaro avviene sempre fra te e chi ha erogato il biglietto, nello specifico lo Stato. Se vinci, incassi. Se perdi, paghi. Questa è una precisazione che a prima vista potrebbe sembrare irrilevante ma che invece è utile per comprendere quanto, in taluni giochi, le probabilità di spuntarla siano davvero poche, come scoprirai meglio nel corso di questa pagina.
Si considerano giochi d’azzardo tutti quelli il cui risultato è, in misura minore o maggiore, influenzato dalla sorte. Il mazziere distribuisce le carte dopo averle mescolate, il dado può atterrare su una qualsiasi delle sei facce, un numero del lotto è estratto a caso fra novanta, sullo schermo della slot-machine può uscire una qualsiasi delle innumerevoli combinazioni di simboli.
Giocare d’azzardo significa rischiare del denaro allo scopo di vincerne di più; tutti i giochi d’azzardo, pur nelle loro differenze, partono da questa premessa. E, in definitiva, sei tu a stabilire che rischio accettare. Nelle scommesse sportive, per esempio, si parla di quote. Se la vittoria di una squadra di calcio è data a 2.5 significa che, se ciò si realizzasse, incasseresti 2 euro e 50 centesimi per ogni euro speso. Il rischio è, quindi, di un euro o, in altri termini, la tua prospettiva di guadagno è del 250%. A quote più alte corrisponde un maggior rischio e viceversa. Anche nel lotto vale un discorso simile. Sta a te scegliere su quanti numeri puntare: su uno solo, per esempio un “ritardatario”, su un ambo, un terno, una quaterna o una cinquina. Puoi decidere se piazzare la scommessa sulla singola ruota o su tutte. Hai la possibilità non solo di stabilire quanto mettere nel piatto, ma anche quanto azzardare. L’estrazione di un singolo numero su una ruota ha una probabilità di circa 1 su 90, quella di un ambo è circa di 1 su 400, quella di un terno è di circa 1 su 12000. E così via. Al diminuire delle probabilità, sale il rischio di perdere la somma scommessa.
Parlando di giochi d’azzardo viene in mente la parola fortuna. E, in effetti, non ne esiste uno il cui esito non richieda un qualche aiuto da parte della buona sorte. In alcuni, però, il caso è assoluto protagonista mentre in altri ha un ruolo marginale.
I giochi d’azzardo sono di tanti tipi. In base al diverso peso del fattore fortuna, però, possiamo distinguere 3 categorie.
1 Il bingo, le slot-machine, le lotterie tradizionali come la Lotteria Italia, le lotterie istantanee come il Gratta & Vinci e il lotto, i giochi numerici a totalizzatore come il SuperEnalotto sono fra quelli in cui la sorte è padrona. Nessuno di essi prevede la possibilità di esercitare, da parte tua, un reale controllo. Puoi aumentare, e solo di poco oltretutto, le tue probabilità di vittoria facendo più giocate, acquistando diversi biglietti o puntando su combinazioni di numeri, ma non hai alcun modo di influenzare la singola giocata. Di conseguenza, parlare di “sistemi” che garantiscono la vittoria significa illudersi di poter esercitare un controllo, un’idea frutto di convinzioni irrazionali.
2 I giochi a base sportiva comprendono, fra gli altri, i vecchi Totocalcio e Totogol e, soprattutto, le scommesse oggi tanto in voga. Sul web proliferano siti in cui puoi puntare sui risultati del calcio, del basket, del tennis, della pallavolo e di molti altri sport. E di qualsiasi serie, anche quelle minori di paesi stranieri. Addirittura, puoi scommettere su eventi non sportivi, come l’esito di elezioni politiche o il nome di battesimo che la coppia vip di turno deciderà per il figlio primogenito. Il giocatore che non vuole scommettere online può rivolgersi alle numerosissime ricevitorie sparse ormai su tutto il territorio nazionale.
Nel decidere su quale squadra puntare, alcuni scommettitori più di altri sono abili nel considerare le posizioni in classifica, lo stato di forma degli atleti e l’esito dei turni precedenti. E anche gli eventuali infortuni di giocatori importanti, lo “storico” degli scontri diretti, i rispettivi moduli di gioco. Prendere buone decisioni, in questo senso, significa ponderare il maggior numero di fattori e saper valutare la convenienza delle quote proposte dall’agenzia di scommesse a cui ci si è affidati. Un atteggiamento razionale può avere una certa positiva influenza sull’esito della giocata. Tuttavia, ancora una volta non bisogna ingannarsi. Anche nelle scommesse il ruolo della fortuna è predominante. I singoli episodi in campo, spesso, hanno la meglio perfino sulla più meditata delle decisioni.
3 Un ristretto numero di giochi d’azzardo consente di sviluppare strategie matematico-probabilistiche. Sono i cosiddetti “giochi d’abilità”, dei quali l’esempio migliore è il backgammon mentre quello più noto è il poker, incluse le sue varianti come il Texas Hold’em. Un gioco si definisce d’abilità quando è possibile calcolare con la matematica la probabilità che una mossa sia vincente o perdente rispetto a quella dell’avversario. Nel poker ciò ti è possibile perché il numero di carte nel mazzo è fisso e il loro valore prestabilito. Non puoi influenzare la distribuzione delle carte, la tua sorte o quella degli avversari, ma puoi rendere marginale il peso della variabile “fortuna” con il calcolo statistico e la strategia, cioè con l’approccio con cui affronti gli avversari.
Sono stati scritti infiniti volumi sul comportamento da tenere al tavolo da poker: quando essere aggressivi e come esserlo, come rendere un bluff credibile, in quali fasi della partita spingere sull’acceleratore e in quali altre restare in osservazione. Il campione di poker Doyle Brunson è anche l’autore di “SuperSystem”, un libro tecnico ancora oggi considerato una sorta di bibbia sull’argomento. Basta leggere alcune pagine di questo volume per intuire quanto la matematica nascosta nel poker sia complessa e quanto sia difficile padroneggiare il “fattore umano”.
I giochi d’abilità favoriscono chi ne approfondisce la conoscenza con lo studio e l’esercizio, perché sono basati sulle probabilità. Non a caso i professionisti evitano di parlare di fortuna preferendo il termine varianza, parola che bene esprime l’idea secondo cui l’esito delle giocate sia prevedibile e la fortuna possa solo variare in modo momentaneo il corso degli eventi che, altrimenti, è stabilito dalla statistica.
Nei giochi d’abilità gli avversari sono altri giocatori. Il banco è responsabile solo dell’organizzazione del tavolo e ricava una percentuale da ciascun giocatore. Quando giochi a backgammon o a poker, il banco non partecipa alla gara e non ricava diretto profitto dalla tua vittoria o sconfitta. Questo fa la differenza e rende possibile un reddito. Invece alle slot-machine, al blackjack e alla roulette, solo per fare alcuni esempi, sfidi il banco, cioè giochi contro chi ha stabilito le regole con l’obiettivo di ricavarne profitto. Ciò ti assicura, sul lungo termine, un’inevitabile sconfitta.
Resistere al gioco d’azzardo per alcuni non è semplice e, in fin dei conti, il motivo è comprensibile. Il gioco reca in sé l’attraente possibilità di un guadagno facile e immediato o, addirittura, di un vero e proprio arricchimento. Non importa che questa promessa, nei fatti, non si concretizzi. Per alcuni essa è sufficiente per continuare a investirvi tempo e denaro, nonostante tutto.
Dall’inizio degli anni 2000, nel nostro come in molti altri paesi la legislazione in materia di gioco d’azzardo è cambiata in modo drastico. In Italia il gioco è ancora illegale su tutto il territorio nazionale ma le deroghe alla legge sono ormai la norma. Il risultato è la proliferazione senza freni di agenzie di scommesse, sale slot e bingo.
Le conseguenze di questa liberalizzazione non hanno tardato a manifestarsi. Da un report pubblicato nel 2007 da AAMS, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, risulta che nel 2003 gli italiani avevano speso 15,5 miliardi di euro per il gioco. Quattro anni dopo, a fine 2006, la cifra era di 35,2 miliardi di euro. In una manciata d’anni la variazione era stata del 127%.
Dopo il 2006 il trend non si è invertito. Nel 2007 la spesa ammontava a 42,2 miliardi di euro e nel 2008 a 47,5 miliardi di euro, crescendo del 12.7% in dodici mesi.
Nel 2009 la spesa si è attestata a 54,4 miliardi di euro, con un incremento del 14.4% rispetto all’anno precedente. In seguito, ha fatto altri balzi in avanti. Nel 2014 è arrivata a toccare quota 84 miliardi, l’anno successivo 88 miliardi fino ad arrivare, nel 2016, al record di 95 miliardi, il 4% del Prodotto Interno Lordo complessivo dell’Italia.
Potrebbe stupire il fatto che tutto ciò sia accaduto mentre, sul nostro come sulla maggior parte dei paesi occidentali, si abbatteva una crisi economica senza precedenti. Mentre il PIL italiano scendeva o al massimo stagnava, tanti italiani diventavano giocatori incalliti spendendo patrimoni.
Questa apparente contraddizione può essere spiegata solo considerando che, soprattutto quando le condizioni di vita diventano precarie e il futuro appare incerto, molti si aggrappano alle più vane promesse.
© Gabriele Calderone, riproduzione riservata.
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