Tutti, più o meno, siamo scontenti di certe parti del nostro corpo. Chi ha il Dismorfismo Corporeo, però, prova questa insoddisfazione in modo ossessivo e invalidante.
Riusciresti a guardare un film senza, alla fine, giudicare se ti è piaciuto? E parlare con una persona senza chiederti se ti è simpatica? Se pensi al tuo migliore amico di sicuro ti verranno in mente, oltre al suo viso, le qualità che gli attribuisci. Magari lo reputi altruista e generoso, timido o estroverso. Forse, potendo cambieresti certi suoi tratti mentre altri sono il motivo per cui gli vuoi bene. Anche l’idea che hai del tuo lavoro, in fin dei conti, è frutto di una serie di giudizi. Puoi considerarlo appassionante e interessante, noioso o stressante.
Compiere valutazioni è un istinto, un’azione automatica di cui è perfino difficile accorgersi. Ma lo facciamo tutti, di continuo. Così si formano le convinzioni.
Bello e brutto, giusto e sbagliato, adeguato e inadeguato sono solo alcune delle categorie entro cui collochiamo gli altri e noi stessi. Per quale motivo non riusciamo proprio a farne a meno?
Ogni giorno, attraverso i cinque sensi giungono a noi innumerevoli stimoli. Disponendoli entro categorie li incaselliamo, ordiniamo e, di conseguenza, possiamo rispondervi con più rapidità. Entrando in un locale in cui tutti parlano a voce bassa sapremo subito come comportarci anche senza dover analizzare in dettaglio il comportamento di ogni singolo presente. Interpretando la situazione come “formale”, agiremo di conseguenza. Questo è solo uno degli innumerevoli esempi di azione derivata da una categorizzazione.
Questo procedimento, tuttavia, ha un costo. Se, da un lato, rende più immediate le nostre reazioni, dall’altro semplifica la realtà. A tal punto che, spesso, produce conoscenze illusorie. Quante volte ti sei fatto un’idea del tutto errata a causa di un giudizio frettoloso o superficiale?
Anche il nostro corpo, come tutto il resto, finisce sotto il tiro della categorizzazione. Il risultato di questo processo si chiama immagine corporea.
L’immagine corporea è l’insieme di convinzioni e sentimenti che possiedi riguardo al tuo corpo: è il risultato del confronto fra la valutazione delle tue forme e i tuoi standard ideali, ossia ciò che reputi adeguato. Maggiore è la discrepanza, peggiore sarà la tua immagine corporea.
Gli standard si apprendono. Il tuo senso estetico è sì, frutto della tua personale elaborazione di ciò che è bello, ma risentirà per forza anche degli insegnamenti e degli esempi che hai ricevuto, delle esperienze che hai fatto e delle idee dominanti nell’epoca in cui vivi.
Chissà se anche in antichità percepire il proprio corpo inadeguato fosse causa di sofferenza quanto lo è oggi. Comunque, è certo che la ricerca della bellezza non sia un’ossessione solo moderna. Basta osservare una scultura classica ellenica per notare quanto, già a quei tempi, fosse apprezzata l’armonia delle proporzioni. Anche il Rinascimento ha adottato quegli stessi canoni, come testimonia l’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci, un tentativo di stabilire le proporzioni perfette del corpo maschile attraverso calcoli matematici.
Le stesse regole, mezzo millennio più tardi, sono ancora attuali. La libertà di cui oggi godiamo sembra, per certi aspetti, più apparente che sostanziale. Seguire certi ideali di bellezza per molti è un imperativo e una ragione di vita. E i canoni estetici, in quest’epoca di assoluto relativismo, invece che divenire più flessibili sembrano sempre più conformati a un unico modello, quello “giusto”.
Nel continuo tentativo di eliminare i propri difetti è facile sentirsi difettosi. Non è un caso se quasi tutti siamo scontenti di certe parti del nostro corpo. Coloro che soffrono di Dismorfismo Corporeo, tuttavia, sono insoddisfatti in forma estrema e ossessiva.
Il DSM 5, il manuale edito dall’American Psychiatric Association, include il Dismorfismo Corporeo fra i disturbi ossessivo compulsivi e ne indica 4 criteri diagnostici. In particolare, se hai questo disturbo:
A Vedi in te uno o più evidenti difetti fisici che, però, a osservatori esterni non appaiono tali. Il difetto fisico di cui sei convinto potrebbe portarti a considerare il tuo aspetto “inadeguato”, “non attraente”, “impresentabile” e a temere che anche chi ti guarda possa pensare lo stesso. Potresti non riuscire a controllare queste preoccupazioni e averle diverse ore al giorno, tutti i giorni.
I dismorfofobici ingigantiscono l’importanza di acne, cicatrici, pallore, rughe o segni della pelle. Molti sono insoddisfatti del loro naso ritenendolo di forma sgradevole, troppo lungo, storto o grosso. Alcuni non sopportano le loro orecchie, gli occhi o la fronte, considerandola troppo alta, bassa o sporgente oppure le labbra o l’ovale del viso, giudicandolo troppo largo o allungato. Tante donne sviluppano dismorfismo riguardo ai glutei, alle cosce, ai fianchi, al seno o hanno il pensiero fisso della pancia sporgente. Per gli uomini, invece, è più tipico fare una malattia dell’altezza o vergognarsi dell’aspetto o della grandezza dei genitali. Non pochi sono ossessionati dai capelli e dalla calvizie, altri non sopportano i loro peli considerandoli troppo folti o spessi. Una forma specifica di dismorfofobia, per lo più maschile, è la cosiddetta Dismorfia Muscolare, che consiste nella convinzione di avere un corpo troppo esile o non abbastanza muscoloso.
B Fai azioni ripetitive in conseguenza al pensiero di avere uno o più difetti fisici. Queste “compulsioni” potrebbero aumentare quando sei in ansia o sotto stress e diminuire se sei distratto da impegni, per esempio quando il lavoro ti assorbe. In certi periodi potresti sentirti costretto a metterle in atto decine o centinaia di volte al giorno per tenere sotto controllo l’ossessione che il difetto sia davvero così evidente come ti sembra.
Il tipo di compulsione dipende, in sostanza, da quale parte del corpo ritieni difettosa. Se, per esempio, hai l’idea che i tuoi capelli si stiano diradando, magari passi ore a esaminarne la foltezza, a pettinarli o, quando sei in compagnia, a fare paragoni con le capigliature degli altri. Se sei convinto che i tuoi peli siano troppo folti o spessi forse passi il tempo a tastarli, tirarli, attorcigliarli o sradicarli. Se non sopporti le rughe sul viso, i foruncoli o l’acne potresti controllarli di continuo allo specchio o spendere tempo per nasconderli con il trucco. Non di rado, chi cerca di rimuovere queste “imperfezioni” si causa ferite, infezioni locali, ematomi, lividi.
Se a preoccuparti è la sporgenza dei glutei o della pancia, la circonferenza dei fianchi o delle cosce, la misura del seno o delle braccia forse passi ore provandoti vestiti per capire quali possano camuffare meglio il “difetto”. Se sei convinto di avere un corpo troppo esile potresti sottoporti a estenuanti allenamenti in palestra. Alcuni fra coloro che soffrono di Dismorfia Muscolare arrivano perfino ad assumere sostanze dopanti, dannosissime per la salute.
La ricerca di rassicurazioni è una compulsione tipica. Molti dismorfici chiedono di continuo pareri sull’evidenza dei loro difetti fisici ai genitori, agli amici o al partner. Le risposte, tuttavia, seppur tranquillizzanti non sortiscono mai un effetto benefico duraturo.
C Le preoccupazioni sull’aspetto fisico ti causano disagio, forte stress e l’incapacità, parziale o totale, di affrontare gli impegni quotidiani. Più il pensiero di avere un intollerabile difetto fisico è radicato, maggiore sarà la probabilità che esso peggiori la tua vita. Per esempio, potresti passare gran parte del giorno a rimuginare sul modo per porvi rimedio oppure essere diventato schiavo degli evitamenti.
Se temi che i tuoi capelli si stiano diradando, per esempio, forse non riesci più a uscire senza indossare un copricapo e provi ansia quando ti trovi nei luoghi chiusi, dovendo togliertelo o aspettandoti che qualcuno ti chieda il motivo per cui non lo fai. Se sei convinto di avere un grave difetto della pelle potresti non riuscire a stare in mezzo agli altri a meno di non esserti truccato o evitare in ogni modo di esporti alla luce diretta. Se ti vedi troppo esile o, al contrario, pensi di avere cosce, fianchi o addome prominenti è possibile che gli indumenti attillati ti causino una tale ansia da indurti a ripiegare su capi di vestiario abbondanti o informi oppure che tu non riesca più a esporre il tuo corpo al mare né, addirittura, quando sei in intimità con il tuo partner.
La dismorfofobia potrebbe isolarti dalle amicizie confinandoti a casa per la maggior parte del tempo per poi farti sentire solo e depresso, impedirti di recarti al lavoro o, se sei uno studente, di frequentare le lezioni scolastiche o universitarie. O forse riesci ad andarci ma solo a costo di forte stress.
D La convinzione di avere difetti fisici non è una conseguenza di un disturbo alimentare, per esempio dell’Anoressia Nervosa. Le ossessioni sul fisico sono l’aspetto centrale del Dismorfismo Corporeo ma si ritrovano anche nei disturbi alimentari. Le pazienti anoressiche, per esempio, vivono nella costante paura di ingrassare e, pur essendo denutrite, continuano a essere certe di avere forme sovrabbondanti e di dover perdere peso.
La preoccupazione sull’aspetto fisico, però, nei disturbi alimentari è solo uno dei sintomi e mai il principale. Controllando i sintomi dell’Anoressia Nervosa, della Bulimia Nervosa e del Binge Eating potresti scoprire che soffri di uno di questi e non di Dismorfismo Corporeo.
Ciascun paziente dismorfofobico sviluppa peculiari ossessioni e compulsioni. Oltre a ciò, possiede una certa cognizione, o insight, riguardo alla natura del problema. A una consapevolezza più spiccata corrispondono, di solito, migliori speranze di trattamento. In base all’insight si distinguono tre diversi tipi di dismorfofobia.
Dismorfismo Corporeo con buon insight: il paziente riconosce che la convinzione di avere un grave difetto fisico può non essere vera. I dismorfofobici con buon insight sono in grado di comprendere che sono i loro pensieri a generare ansia e insoddisfazione e che la soluzione migliore non è agire sull’apparenza fisica. Fra coloro che intraprendono un trattamento questi pazienti sono una ristretta minoranza.
Dismorfismo Corporeo con scarso insight: il paziente è sicuro che le sue convinzioni siano vere o probabilmente vere e, nonostante intraprenda un trattamento, continua a credere che il motivo della sua sofferenza sia l’aspetto fisico. Perciò, spesso non è del tutto disposto a lavorare su se stesso. Fra i dismorfofobici quelli con scarso insight sono la maggior parte.
Dismorfismo Corporeo con insight assente e deliri: il paziente è del tutto sicuro che ciò che pensa corrisponda a verità ed è impermeabile a dimostrazioni tangibili del contrario. Per esempio, una ragazza può continuare a essere sicura di avere un girovita abnorme nonostante, per mezzo di misurazioni oggettive, le sia dimostrato che i suoi fianchi sono del tutto nella media. Essendo certi della fondatezza delle proprie idee è raro che questi pazienti intraprendano una psicoterapia per il dismorfismo. Più di frequente richiedono un trattamento per l’ansia, la depressione e l’ideazione suicidaria, tutte possibili conseguenze del problema.
© Gabriele Calderone, riproduzione riservata.
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